Non volevamo crederci. Ma era tutto lì, davanti ai nostri occhi.
Domenica mattina, all’alba. Mentre il paese ancora dormiva, i nostri volontari erano già sul campo.
Prima tappa: un prato immerso nel SIC di Cà del Lupo. Silenzio, natura, e poi… uno schiaffo.
Abiti buttati, costumi di Carnevale mezzi marci, oggetti inutili, sporchi, abbandonati da chi il rispetto non sa neanche dove stia di casa.
Poi il secondo colpo.
La piazzola sulla Statale per Desenzano, quella che costeggia il SIC. Una discarica a cielo aperto, cresciuta nel tempo come un tumore: plastica, bottiglie, cartacce, avanzi, resti di mesi – forse anni – di inciviltà stratificata.
Ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo raccolto tutto.
Alla fine, il mucchio era impressionante. L’abbiamo spostato in una zona nascosta, lontano da occhi tentatori. Ora aspettiamo che Indecast lo porti via.
Le foto lo raccontano meglio di mille parole: il prima, il durante, il dopo. E in mezzo, qualche indizio.
Uno scontrino con un nome. Un foglio con una scritta. Un menu di bar con piatti così particolari che ci hanno fatto pensare: qualcuno, volendo, potrebbe risalire ai responsabili.
Ma qui non si tratta solo di nomi.
Si tratta di capire cosa accade a quei rifiuti, lasciati nei boschi come se il mondo fosse un cestino rotto.
Plastica che non si disintegra ma si sbriciola, rilasciando microveleni nella terra e nei ruscelli. Metalli che avvelenano il suolo. Tessuti intrisi di sostanze chimiche che uccidono lentamente la vita.
Ogni oggetto lasciato è un piccolo attacco al cuore del nostro ecosistema.
Noi, Volontari di Legambiente Castiglione, continueremo a fare la nostra parte. Sempre.
Ma adesso basta.
Chi abbandona rifiuti nel bosco è un nemico dell’ambiente. Un vandalo. Un codardo che sporca e scappa.
E lo diciamo forte: siete una vergogna per questa comunità.
Abbiamo un territorio unico, fragile, meraviglioso. Non ce lo lasceremo distruggere.
Serve vigilanza. Serve giustizia.
E serve che chi ha il potere di agire, lo faccia. Senza più chiudere gli occhi.
Perché noi siamo qui. E non ci fermeremo.
